"Al mio paese, non è per vantarmi, godo di pessima reputazione
Se resto calmo o sto ad agit
Ma a nessuno mai punterò il coltello
Vado per la mia strada e son tranquillo
Ma i benpensanti non amano che qualcuno esca dai loro clichè
A quella gente non piace per niente chi sale il fiume controcorrente
Tutti parlan male di me, eccetto i muti… il che va da sé
Per celebrare il quattordici luglio rimango a letto quando mi sveglio
Sento per strada la tromba che squilla, in piazza sento cantare la folla
Ma io non ho voglia di festeggiare
Perché a me non piacciono le fanfare
Ma i conformisti non amano che uno decida la vita da sé
A quella gente non piace per niente chi si comporta da pigro insolente
Tutti quanti mi additano, eccetto i monchi… questo lo so
Se vedo un ladro che fugge veloce, io gli risparmio la forca o la croce
Quell’imbecille del suo giustiziere sopra al mio piede sta per inciampare
Ma che c’è di male? Che c’è di strano?
Di ogni uomo io cerco il lato buono
Ma i perbenisti non vogliono che giri per strada gente come me
I moralisti non amano quelli che hanno pietà per i ladri di polli
Tutto il mondo mi inseguirà, eccetto chi… gambe non ha
Quale sarà la mia ultima meta lo sa persino chi non è profeta
Mi appenderanno alla corda migliore e anche da morto starò a ciondolare
Voglio proprio dirlo a chi non mi ama
Le strade non portano tutte a Roma
Ma i benpensanti non amano che qualcuno esca dai loro clichè
E fanno a gara a chi spreca più fiato per dire quello che è giusto o sbagliato
Tutti mi vedranno impiccato, a parte i ciechi… ma che peccato!"
Georges Brassens.
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